Un incontro urgente e un pacchetto di misure straordinarie di sostegno al settore. Queste, in merito alla grave crisi che sta colpendo le imprese operanti nella produzione del pomodoro da industria, le richieste contenute in una lettera inviata all’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvatori da parte degli assessori di tutte le Province della Toscana i cui territori sono investiti da questa difficile situazione: Giacomo Sanavio (Pisa), Enzo Rossi (Grosseto), Paolo Pacini (Livorno), Anna Maria Betti (Siena), Andrea Cutini (Arezzo).
“La produzione toscana – scrivono - supera le 200mila tonnellate: 150mila trasformate da Conserve Italia a Albinia (Grosseto) e Italian Food a Venturina (Livorno); le altre 50mila inviate a industrie fuori regione.
Già le piogge di aprile e maggio hanno provocato ritardi e una notevole riduzione del potenziale produttivo: tanto che il risultato è stato inferiore del 30% rispetto alla media. In aggiunta a ciò, i nostri produttori stanno subendo, in questi giorni di pieno svolgimento della raccolta, un’ulteriore penalizzazione dovuta al mancato rispetto degli accordi contrattuali stipulati con l’industria di trasformazione.
Il valore del pomodoro, con intese interprofessionali distinti per il Centro-Nord e il Sud Italia, è stato infatti definito a inizio 2010 in un prezzo medio di 70 euro a tonnellata: prezzo soggetto però, in base alla qualità della materia prima (grado zuccherino e difetti qualitativi), a una possibile decurtazionefino al 35% della cifra pattuita, più l’addebito del costo di trasporto”.
Sulla base di queste premesse, circa 50mila tonnellate sono state contrattate dalle associazioni dei produttori toscani con le industrie di trasforormazione del Sud Italia. Ora queste ultime, fin dall’avvio della raccolta ai primi di agosto, hanno manifestato “una ridotta propensione a ritirare il prodotto contrattato – scrivono gli assessori provinciali - e successivamente anche una tendenza ad applicare la valutazione qualitativa più penalizzante, portando di fatto il prezzo a meno della metà di quello stabilito”.
Questa situazione, “sommata a una resa produttiva molto bassa (inferiore a 50 tonnnelate per ettaro) sta provocando una perdita secca per i coltivatori toscani di oltre 2.000 euro a ettaro: il costo di produzione per ettaro è infatti di 5mila euro, a fronte di un ricavato dalla vendita di 1.900 euro, cui ne vanno sommati 1.100 di contributo accoppiato comunitario”.
Per molte nostre imprese “questa perdita di reddito è di entità critica e richiede immediate misure di sostegno; anche perché la trasformazione di pomodori a prezzo così ridotto ad opera delle aziende di lavorazione del Sud sta provocando il blocco delle vendite di prodotto finito verso la grande distribuzione da parte delle industrie di trasformazione toscane, mettendole in difficoltà con ripercussioni negative che si protrarranno anche per il 2011. E’ per affrontare questa grave situazione che chiediamo dunque un incontro urgente alla Regione con tutte le parti interessate”.
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