venerdì 29 gennaio 2010

ALLUVIONI, DISSESTI E CONSUMO DI SUOLO. Una risposta urgente: prevenzione.

Superata la fase più acuta dell’emergenza seguita alla disastrosa alluvione di Natale, contemporaneamente all’impegno per ottenere le risposte necessarie per i cittadini, le imprese e gli enti territoriali, è urgente orientare l’attenzione verso i temi del corretto governo del territorio, dell’uso e della difesa del suolo, della mitigazione del rischio idrogeologico.
La politica di prevenzione è la vera priorità e come tale deve essere assunta a tutti i livelli. Dobbiamo uscire da quella che possiamo definire la “cultura dell’emergenza” che assilla e, al contempo, asfissia il sistema di governo, dallo Stato fino ai Comuni, e far diventare centrale la programmazione della prevenzione e, con essa, una diversa idea di governo del territorio. Impostare una gestione organica e sistemica del suolo in tutti i suoi aspetti, urbanistici, ambientali, sociali: è la sfida vera ed anche la più grande opera di interesse generale. Infatti, dal riconoscimento dell’urgenza di un piano generale di prevenzione e di difesa dalle conseguenze dell’endemica fragilità del territorio, può derivare, tra l’altro, un grande beneficio sul piano economico ed occupazionale (ritengo estremamente superiore ma sicuramente confrontabile con i valori economici generati da progetti di scellerati “piani case” o da un’indiscriminata attività legata alla speculazione immobiliare); conciliando in questo modo ambiente e lavoro e dimostrando cosa può significare concretamente la scelta della “green economy” quale modello alternativo di sviluppo e non come semplice slogan da programma elettorale.

La gestione del territorio, la pianificazione e l’attività di prevenzione sono obiettivi concreti, raggiungibili e quanto mai necessari nell’interesse di tutti. Altrimenti, andremo sempre più incontro a disastri e tragedie. Quali sono le direttrici principali sulle quali è urgente muoversi? Le risposte sono conosciute, anche se spesso contrastate:
· Un investimento continuo ed adeguato nella difesa del suolo a partire dal finanziamento dei Piani per la messa in sicurezza dei nostri fiumi (ma la legge finanziaria 2010 va in direzione opposta!);
· Fermare le previsioni di nuovo consumo di suolo per edificazioni, non solo nelle aree a rischio (i dati demografici e la dimensione di superfici immobiliari non utilizzate di mostrano che non ce n’è necessità);
· Restituire al territorio ed alla natura lo spazio necessario per i corsi d’acqua e per le aree di esondazione, non escludendo anche la delocalizzazione degli insediamenti a rischio. (Può risultare economicamente più conveniente spostare insediamenti, piuttosto che costruire difese e ripagare danni!);
· Mantenere e gestire le aree agricole e forestali, la rete di opere di drenaggio delle acque, difendendo il ruolo e le funzioni dell’impresa agricola quale presidio fondamentale. E’ proprio la manutenzione del territorio agro-forestale il primario interesse da curare. Salvaguardare gli agricoltori significa curare tutti i nostri principali interessi: alimentazione, salute, difesa del territorio.

Su questa impegnativa ma non rinviabile sfida sono chiamati a misurarsi gli enti di governo del territorio e, così facendo, potremo sostenere da una posizione di forza una legittima battaglia per rivendicare l’attenzione e le risorse necessarie dal livello nazionale.

Cura dell’ambiente e messa in sicurezza dei territori, attraverso un ferreo limite al consumo di suolo ed una imponente opera di manutenzione del territorio, sono le risposte necessarie. Da cui possono generare anche importanti risvolti sul fronte del sostegno alle nostre economie.
Non dovrebbe risultare molto difficile comprendere la portata della posta in gioco…

Giacomo Sanavio

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