Visto che i grandi investimenti immobiliari si ripropongono ancora come “volani dello sviluppo” (segno di un’economia ancora troppo incentrata sulla rendita) compete allora alle politiche pubbliche dare indirizzi chiari. Per quanto mi riguarda penso che puntare su un ulteriore consistente sviluppo di grandi centri commerciali, andando a saturare i vuoti ancora disponibili, sia un grave errore.Concentrazione dei flussi di mobilità, impoverimento del tessuto del piccolo e medio commercio, ulteriore indebolimento del tessuto delle comunità “naturali” e dei centri storici che insistono sull’area sarebbero gli effetti certi e macroscopici.
Abbiamo invece un grande bisogno di migliorare la qualità della vita (ambiente, aria, cultura e socialità): questo si fa con nuovi investimenti, beninteso, ma se ci limitassimo ad assecondare le logiche di mercato, aumenteremmo solo gli squilibri esistenti.
Ma in questa sede mi preme approfondire il tema dell’uso del territorio. La difesa del suolo, agricolo e naturale, dalla cementificazione è ormai una priorità con la quale ogni pubblico amministratore dovrà misurarsi dimostrando la propria capacità di perseguire l’interesse comune. Il messaggio va rivolto all’insieme delle istituzioni ed all’opinione pubblica, perché non è pensabile che su problemi così delicati e lungamente ignorati, possano esserci distinguo di bandiera o di schieramento: il suolo ed il paesaggio sono risorse preziose e irripetibili, di insostituibile prospettiva economica, che tutti dobbiamo contribuire a conservare per le future generazioni.
Siamo in un momento in cui, nel nostro Paese, in molti Comuni, il suolo ancora disponibile per l’agricoltura è già largamente inferiore ai limiti minimi di compatibilità con una accettabile qualità ambientale e urbanistica. Ci auguriamo di poter condividere un percorso di crescita culturale e di sensibilità tra tutti i soggetti competenti in materia di programmazione territoriale ed urbanistica, ponendo argine a perverse logiche di sviluppo basate sull’edificazione ad oltranza.
La necessità è anche quella di far alzare l’attenzione dei cittadini attorno a queste materie, creando una nuova attenzione e sensibilità, impedendo che l’interesse contingente di pochi produca danno irreversibile agli interessi di lungo periodo della collettività.
Dal 1995 ad oggi, sono state realizzate, in Italia, costruzioni residenziali, commerciali e produttive, per oltre 3,5 miliardi di metri cubi. Tenuto conto anche della creazione di nuova viabilità, sono stati sottratti alle zone agricole non meno di 2 milioni di ettari. Si tratta di una vera e propria “orgia cementizia” che ha compromesso gravemente, pressoché ovunque, il patrimonio paesaggistico del Paese e, in definitiva, le potenzialità di sviluppo di un settore strategico per la nostra economia, quello turistico.
Giacomo Sanavio
Assessore provinciale
alla Programmazione territoriale e Sviluppo rurale
anche in Toscana si è registrato un uso quantomeno spregiudicato del territorio. Del resto, non a caso si sono levate grida di allarme anche dall'interno del blocco sociale che governa questa regione, oltre che dal mondo accademico e da altri ambienti. Anche nei comuni vicini a noi ci sono paesaggi devastati, magari compensati - in termini di salviamoci la coscienza- con la creazione di zone pedonali e la valorizzazione di "centri commerciali naturali.". Non trovo però giusto usare questa argomentazione per ostacolare i grandi centri commerciali; in generale questi hanno avuto un ruolo positivo nel calmierare i prezzi, anzi nel ridurli sostanzialmente in termini reali, abbattendo posizioni di rendita e parassitismi.
RispondiEliminaSe vogliamo difendere l'ambiente e il territorio, cominciamo a re-colturalizzare le aree dismesse dall'industria, invece di farci condomini e villette; ma quando ci metteremo seriamente e senza i pregiudizi delle provenienze di partito a esaminare NEL CONCRETO come si è usato il territorio a Cascina, a Pisa, a Pontedera....? Ci voleva l'Ikea (che per me è un'icona di modernizzazione, come Ryan Air, Obama e le chiavette USB) per aprire questo dibattito?
sicuramente la risposta alla tua domanda è no! Contestualmente ti chiedo: le famiglie che non arrivano alla quarta settimana possono fare la spesa nei negozi super specializzati con i prezzi che fanno?
RispondiElimina