Sono queste le semplici domande a cui sarebbe opportuno ricevere risposta prima di spingerci nel dibattito di tipo tecnico sui progetti di ampliamento degli scali esistenti o, addirittura, sulla costruzione di nuovi aeroporti.
Il tema è all’ordine del giorno del dibattito politico toscano ormai da lungo tempo ma rischia di subire un’accelerazione in questo ultimo scorcio di legislatura regionale. Nel peggiore dei momenti storici – questo vale in termini di dibattito più generale -, per la insufficienza delle elaborazioni politiche di programmazione e per la fase di forte prevalenza delle rivendicazioni egoistiche territoriali, il tutto causato dalla “debolezza della politica” e dall’affannosa ricerca di pseudo soluzioni alla crisi economica.
Mi sembra questo il contesto nel quale si rilancia il confronto sulle soluzioni per l’ampliamento di Peretola.
Su questo specifico tema mi sento di esprimere, sinteticamente, alcune preoccupazioni ed il mio parere.
L’ampliamento dello scalo fiorentino presenta una serie di limiti evidenti:
di impatto ambientale, trovandosi inserito in una delle aree di maggior carico urbanistico e di maggior presenza di infrastrutture e strutture della regione. Oltre ai rischi sul piano della sicurezza, gli effetti inquinanti e di degrado ambientale sono, credo, innegabili ed evidenti a tutti;
di spreco di risorse, a 90 km c’è lo scalo pisano con le potenzialità che in questi anni ha dimostrato, con le potenzialità di sviluppo definite dal Master Plan elaborato dal Sat, con minore impatto dal punto di vista ambientale e migliori condizioni di sicurezza e climatiche;
di sviluppo complessivo dell’economia regionale, Pisa, infatti, rappresenta un nodo centrale dello sviluppo dell’intera Toscana costiera.
Insomma, basterebbe concretizzare l’impegno già assunto di potenziamento del collegamento ferroviario Firenze – Pisa – Lucca ed il sistema troverebbe una sua razionale ed efficace dinamica di sviluppo e funzionamento; dando concretezza, così, anche al tema dell’integrazione tra i due scali aeroportuali.
Il nostro impegno dovrà concentrarsi prioritariamente su questo versante, costruendo le necessarie alleanze e spingendo per creare una visione strategica che superi le spinte campanilistiche e compia scelte coraggiose.
Il tema centrale è più che mai tenere legate le scelte su: sviluppo, dotazione infrastrutturale e salvaguardia ambientale. Politiche di sviluppo slegate dalle esigenze di salvaguardia ambientale non farebbero che compromettere le opportunità di valorizzazione delle potenzialità economiche dei territori e pregiudicare la qualità delle condizioni di vita.
Giacomo Sanavio
(Assessore alla Programmazione territoriale
della Provincia di Pisa)
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