mercoledì 22 luglio 2009

Una prima riflessione di massima su Pianificazione urbanistica sostenibile e governo integrato del territorio

La pianificazione urbanistica è uno degli strumenti essenziali per realizzare obiettivi di qualità sociale e ambientale delle città, nel quadro di politiche e azioni di governo integrato del territorio, improntate a realizzare la sostenibilità dello sviluppo. L’uso del suolo ha conseguenze molteplici sugli ecosistemi e sulle scelte di sviluppo socio-economico locale ed è una componente strategica di ogni politica di sostenibilità, condiziona l’attività edilizia, uno dei principali settori industriali del Paese. Non è più proponibile una separazione tra attività tese prevalentemente alla trasformazione urbanistica e un’altra volta a contenere gli impatti delle attività antropiche e a ripararne i danni spesso evitabili, a proteggere beni collettivi, talvolta privi di una specifica tutela giuridica. L’assunzione del principio di sostenibilità e la sua attuazione pratica consente di superare la dicotomia tra tutela e trasformazione, che debbono concorrere insieme a produrre maggiore qualità urbana, sociale e ambientale. Le concezioni e le prassi, effettivamente in contrasto con la prospettiva di sviluppo sostenibile, sono quelle che determinano pianificazione incrementale e speculativa e la scelta degenerativa dei condoni. La dispersione degli insediamenti residenziali e produttivi su vaste aree che superano i confini amministrativi dei comuni, la mobilità e la logistica delle merci, il mantenimento delle risorse naturali necessarie alla vita della città, impongono di collegare, anche sul piano normativo, la trasformazione urbanistica al governo integrato del territorio, che non coincide con la sola attività di pianificazione territoriale o urbanistica. Gli strumenti di piano sono tuttavia la condizione per stabilire obiettivi, opportunità, regole sull’uso del suolo, per questo devono essere definiti in modo partecipato. La connessione tra pianificazione urbanistica e ambientale, nella prospettiva dello sviluppo sostenibile, si struttura con l’adozione di politiche maturate in percorsi partecipati autentici e con l’integrazione tra le norme nazionali e regionali, generali e di settore, innovando profondamente metodi e contenuti dell’intervento pubblico.

Alcuni fondamentali obiettivi di Pianificazione, costituiscono un importante punto di riferimento programmatico per le attività dell’Amministrazione dei prossimi 5 anni:

- rivitalizzare e riqualificare aree abbandonate o svantaggiate;
- prevenire una espansione urbana incontrollata, ottenendo densità urbane appropriate e dando precedenza alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente;
- assicurare una miscela di destinazioni d’uso, con un buon equilibrio di uffici, abitazioni e servizi, dando priorità all’uso residenziale nei centri città;
- garantire una adeguata tutela, restauro e uso/riuso del nostro patrimonio culturale;
- applicare i principi per una progettazione e una costruzione sostenibili, promovendo progetti architettonici e tecnologie edilizie di alta qualità.

Si tratta di impegni che implicano strumenti appropriati e coerenti. Il tentativo del governo di rendere per legge più flessibili e discrezionali le regole, verso una urbanistica contrattata e quasi privatizzata, funestata dai condoni, nasconde il vero nodo: la finalizzazione delle regole. Le regole da sole non producono alta o scarsa qualità urbana. Accanto alle regole servono chiari principi, indirizzi politici e una governance all’altezza della sfida dello sviluppo sostenibile. Su questo specifico punto ci siamo incamminati in Provincia di Pisa con i due accordi di programmazione per la Valdera e per l’Area Pisana.

E’ inoltre necessario mettere mano, finalizzandoli alle strategie di governo integrato del territorio, alla fiscalità locale e statale e agli oneri parafiscali, connessi agli immobili, alla trasformazione urbanistica e ai servizi ambientali. In particolare il regime degli oneri di urbanizzazione e quello, seppur residuale, dell’Ici deve essere riformato e integrato con misure e articolazioni che favoriscano permanentemente il riuso del territorio, la ristrutturazione dell’esistente e penalizzino l’abusivismo, anche per via fiscale, assicurando entrate distribuite equamente sul territorio, anche tra più comuni, spezzando il legame meccanico tra profitti e rendite immobiliari ed entrate ordinarie dei comuni, che può indurre a favorire l’espansione speculativa degli insediamenti.
Questa è una vera sfida riformista che questo Paese ha urgente necessità di conoscere.

Giacomo Sanavio
Assessore alla Programmazione territoriale e urbanistica
Provincia di Pisa

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