giovedì 12 febbraio 2015

DI QUALI RIFORME STANNO PARLANDO?!

L'equivalenza "riforme=interesse dell'Italia", meriterebbe maggior livello di riflessione critica ed una capacità alta di elaborazione politica. Requisiti, francamente, non facilmente rintracciabili nell'attuale Parlamento. 

È stata, infatti, una profonda riforma del meccanismo di gestione del debito pubblico, realizzata nel 1981 dall'allora ministro Andreatta, ad aver causato l'esplosione dell'ammontare degli interessi che lo Stato deve pagare annualmente ai possessori dei titoli del debito.

È stata, poi, una presunta "riforma epocale" - quella realizzata dal centrosinistra nel 2001 modificando il Titolo V della Costituzione - ad aver fatto impazzire i conti gestiti dalle regioni. Con duplicazioni, sperperi, costosi conflitti di competenze, degenerazioni di varia natura (ci ricordiamo i Batman e le mutande al tartufo di infiniti consiglieri regionali!).

Per non parlare delle varie riforme elettorali che hanno ottenuto unicamente il risultato di far deperire la democrazia ed il potere di scelta dei cittadini. I soli titolari del potere democratico!

Andiamoci piano, dunque, con l'assillo riformista! E, soprattutto, finitela di prendere per il bavero milioni di cittadini onesti (ma "ignari") che continuano a fidarsi di una storia che non esiste più!

Se di cambiamento si volesse davvero parlare, si ragionerebbe di Alternativa di sistema economico e sociale. Ma questa è un'altra storia... Servirebbe una Sinistra degna di questo nome.

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