mercoledì 14 gennaio 2015

Ancora suona la grancassa delle fusioni dei comuni

L’ubriacatura liberista che ci ha portati alla devastante crisi di sistema che, seppur fuori tempo, caratterizza ancora l’azione del governo Renzi (e del “suo” pd) sembra imporre ai propri “adepti” la produzione di proposte (in serie) tendenti all’ulteriore indebolimento della già provata democrazia nostrana.

Il mantra delle fusioni tra comuni, senza un reale disegno strategico, senza percorsi politico-partecipativi di costruzione e condivisione, torna a trasmettere le proprie vibrazioni demagogiche in avvicinamento alla scadenza delle elezioni regionali. Dirigenti di partito, consiglieri e amministratori in cerca di futuro si fanno paladini di nuove campagne “pro-fusioni”.

Iniziate a discutere e agite per tagliare indennità, vitalizi (per davvero!), rimborsi ai gruppi, spese di gestione, doppi e tripli incarichi, rimborsi spese dei consiglieri regionali e poi saremo disponibili a partecipare ad una discussione seria, basata su esperienze e modelli istituzionali efficaci e rispettosi delle disposizioni costituzionali, in grado di portare un reale miglioramento alle condizioni di funzionamento dei servizi e di gestione delle funzioni, che alimentino la partecipazione dei cittadini e il dispiegamento di una democrazia sostanziale.

Confrontiamoci su modelli politico-culturali ed economici di gestione ottimale, verifichiamo davvero quali siamo i migliori per la gestione dei servizi essenziali (acqua in primis) e restituiamo alle rappresentanze elettive poteri di indirizzo e controllo reali, non quelli residuali e fittizi definiti con l’avvento del decisionismo maggioritario.


Di assistere a discussioni periodiche che hanno tutto il tono di dispute campanilistiche o, peggio, personalistiche tra ceto politico (più preoccupato del proprio “domani” che del miglior assetto delle istituzioni)  siamo sinceramente stufi.

Nessun commento:

Posta un commento