martedì 6 dicembre 2011

Alcune riflessioni “scomposte” sul decreto “taglia giunte provinciali”…

E’ da un po’ di tempo che l’avevamo capito, c’hanno provato in molti: individuare un anello debole del sistema istituzionale e su quello far concentrare l’attenzione dell’opinione pubblica per sfogare il diffuso sentimento “anti-casta”. Peccato che la “casta” stia altrove e che i risultati in termini di risparmio per le casse pubbliche siano risibili: le Amministrazioni provinciali costano complessivamente 2 euro a cittadino all’anno, compreso il costo dei presidenti.
Al di là dell’amarezza che in questi momenti si prova per la considerazione che viene dimostra verso l’impegno democratico, che deve rimanere un sentimento personale, con queste dinamiche rimane davvero difficile, da cittadino, mantenere un profondo attaccamento alle Istituzioni.
Il tema è unicamente il valore della Democrazia, il suo senso profondo. Non si comprende, infatti, quale logica di reale efficacia economica stia dietro alla “decapitazione” delle rappresentanze democratiche a vantaggio del mantenimento dei livelli e delle strutture burocratiche, il tutto senza un’organica e razionale idea di riforma complessiva dell’ordinamento. Perché, invece, non si fa una valutazione critica sulle conseguenze dell’accentramento dei poteri decisionali negli esecutivi e dello svuotamento delle competenze dei consigli e degli altri organi elettivi, dei guai che provoca l’idea di sostituire le rappresentanze dei cittadini con uomini soli al comando? Mi sentirei di pretenderlo, in una fase in cui ci si unisce in nome dell’interesse nazionale.
In questi anni una vasta platea di soggetti ha fatto il proprio dovere sul fronte del rigore e della riduzione dei costi, tra questi sicuramente gli enti locali che governano i territori. Oggi, la necessità vera sarebbe quella di caricare la crisi sulle “spalle più forti”: la tassazione dei grandi patrimoni, la lotta senza quartiere all’evasione fiscale, la drastica riduzione delle spese militari, l’eliminazione di organismi veramente inutili, la fissazione di livelli massimi di retribuzione per i politici e per i manager pubblici e privati ai livelli degli altri paesi europei. Di tutto questo, francamente, non vi è traccia. Si sceglie di tagliare sulla democrazia e, caso unico, su organismi in corso di mandato.

La “piena del fiume” non si arresterà, ma almeno proviamo a riflettere con intelligenza… Magari in futuro faremo meglio.

Nessun commento:

Posta un commento