Si è aperta la fase finale del congresso del PD. Quella nella quale saranno rinnovati tutti gli organismi dirigenti locali: segretari provinciale, comunali e di circolo, le rispettive assemblee. Lo facciamo in una fase politica molto delicata, in cui la destra sta gettando il Paese in una china rischiosa per la nostra democrazia e alimentando il conflitto sociale non governando la crisi economica e le sue conseguenze; una fase nella quale il ruolo di forza di alternativa al modello leaderistico-populista-conservatore che il PD deve saper affermare rischia di non essere percepito adeguatamente dai cittadini. Anche per questo acquista particolare importanza la costruzione dei gruppi dirigenti delle articolazioni territoriali del Partito. Mi sento pertanto di rivolgere un appello a tutti gli iscritti del PD che nelle prossime settimane saranno chiamati a compiere questa fondamentale scelta: facciamo emergere un quadro dirigente sui territori che chiuda la fase costituente del PD ed apra una nuova stagione di azione politica, di protagonismo sociale, di forte iniziativa pubblica; che affronti i temi fondamentali di una proposta programmatica alternativa; che sappia, e abbia la voglia, di parlare all’esterno, di costruire cambiamento culturale; che sappia convincere. Facciamolo dando nuovo senso all’idea che abbiamo della Politica e dell’impegno politico.
Per me questo impegno deve trovare continuo alimento nella condivisione di idealità e di obiettivi che costruiscano il bene comune e l'interesse collettivo. La militanza politica non si può ridurre, infatti, ad una pratica che abbia come fine, anche parziale, l'interesse personale o di un gruppo. Credo che i responsabili delle organizzazioni del Partito vadano scelti con criteri che attengono al lavoro, all'impegno, ai percorsi di formazione e di crescita, all'intelligenza politica, alla capacità di essere riconosciuti come punti di riferimento in grado di “unire”. Su questi presupposti è possibile dare sostanza al percorso politico culturale legato alla nascita del PD senza alcuna riserva né per le storie né per le culture politiche.
Se i circoli, e non solo quelli, scelgono la loro guida su questi presupposti, facciamo un PD utile alla società. Altrimenti costruiamo le condizioni per il suo fallimento. Mi auguro che tutti quanti ci sentiamo impegnati per il raggiungimento del primo obiettivo.
A Pisa, nella provincia, mi sembra che si stia tentando questo sforzo. Cercando anche di impostare il lavoro sulla base di schemi che superino la visione più “leggera” ed eccessivamente leaderistica della fase costituente del PD e mirino all’obiettivo di costruire un Partito forte e radicato.
Se riusciremo, come io credo, a condurre a positiva conclusione questo percorso, raggiungeremo l’obiettivo più alto: mettere a disposizione dei cittadini e del Paese una forza politica utile a costruire un futuro migliore.
Giacomo Sanavio
Assessore provinciale PD
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