Parlare di risposte da dare alla recessione significa anche parlare di emergenza alimentare e di modelli di agricoltura. Quale sviluppo locale in una visione globale. Ma perché non dirlo: la crisi è crisi di sistema del capitalismo! Da parte riformista, o meglio progressista, deve essere elevata una critica radicale al modello e alle forze dominanti. Ciò che è urgente è il CAMBIAMENTO! Le azioni? Giustizia sociale e redistribuzione (servizi, reddito, fisco), cambio di modello: proprio a partire dal “senso del limite” rispetto all’uso delle risorse e dell’ambiente, dai modelli di consumo; quelli alimentari in primis! Di questo si parla solo in parte nel dibattito congressuale del PD, ma nei contenuti della mozione Bersani ci sono dei messaggi chiari e forti in proposito. Per questo ho scelto di sostenerla; proprio a partire da questi contenuti.
La crisi mondiale ha, tra le sue cause strutturali, oltre alla finanza selvaggia e speculativa, il permanere di pesanti squilibri nella disponibilità e nell’accesso alle fonti energetiche e alle materie prime. Il degrado della qualità dell’ambiente, in molti paesi emergenti, è fonte di contrasti, migrazioni o vere e proprie rivolte e suscita movimenti per la democrazia e per uno sviluppo equo. E’ sempre più evidente la stretta relazione, da tempo indicata dalle forze di sinistra, tra le diseguaglianze sociali prodotte da modelli economici iniqui e le strutture produttive che divorano natura e contaminano l’ambiente, in cui vivono in particolare i ceti più poveri. Degrado economico, sociale e ambientale sono le diverse facce dei medesimi meccanismi. Lo sviluppo economico nel libero mercato non è più da solo la fonte del benessere e della ricchezza diffusa, accettato anche se produce alti costi sociali e ambientali.
E’ proprio dal cambiamento dei modelli culturali di produzione e di consumo, più sobri, più attenti alla qualità sociale e ambientale, che può venire la spinta per uscire dalla crisi e impostare la crescita economica sui principi dello sviluppo sostenibile. In questo senso non è solo “green economy” quella che dobbiamo proporre di assumere quale parte integrante della nostra proposta di politica economica per il Paese, ma una economia di mercato sociale ed ecologica, quindi una vera “green society”.La cura dell’ambiente, come dice Bersani, è la nuova grande frontiera di innovazione industriale, di qualificazione dei consumi e di miglioramento della qualità della vita.
Un contributo forte per uscire dalla crisi economica e per un nuovo modello di sviluppo dell’Italia viene da una diversa agricoltura e dallo sviluppo rurale. L’agricoltura multifunzionale e plurale, che valorizza le vocazioni dei tanti territori agricoli, che con tecniche eco-compatibili produce alimenti sani e tutela l’ambiente, che con le filiere corte e il “chilometro zero” garantisce il giusto reddito agli agricoltori e qualità ai consumatori, che integra i disagiati ed i diversamente abili, che valorizza le nuove professionalità nel lavoro per i giovani è un moderno fattore di innovazione per l’intero Paese.
Anche su questo il nuovo PD deve investire energie e competenze.
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