mercoledì 6 maggio 2009

Per un’agricoltura di qualità, un’alimentazione sana e giusta, un nuovo rapporto tra produttore e consumatore.

La produzione agroalimentare, oltre a costituire un fondamentale comparto economico è una chiave di lettura insostituibile per interpretare l’identità del nostro territorio. Il cibo è momento di socialità e stile di vita, è occasione di cultura e di partecipazione, è fonte di preoccupazione per la salute individuale e per la sussistenza di una percentuale crescente della popolazione del pianeta.
L’obiettivo politico è restituire al complesso delle attività legate alla produzione e al consumo del cibo l’interesse e la centralità che meritano. Il cambiamento climatico e l’ingiusta distribuzione dei beni alimentari nel mondo pongono oggi, con maggiore evidenza, le questioni della sovranità e della sicurezza alimentare al centro di ogni strategia economica che guardi al futuro dell’umanità e con esse le concrete condizioni di vita di chi, con il proprio lavoro quotidiano, consente al cibo di giungere sulle nostre tavole.
Lo sviluppo sociale nella aree rurali accompagna poi ed assicura le basi dello sviluppo economico. L’organizzazione di modelli di welfare rurale, tra cui l’uso sociale dell’agricoltura, rappresenta una risorsa innovativa per lo sviluppo rurale, potenzia la capacità di accoglienza e la reputazione dei territori e valorizza i saperi, riducendo il rischio di esodo.
Il problema del reddito degli agricoltori
I redditi degli agricoltori scendono, la piccola impresa alimentare è penalizzata dal calo dei consumi interni e non riesce a cogliere a pieno le potenzialità del ‘made in Italy’ nel mondo; cala l’occupazione in agricoltura e peggiora il disavanzo commerciale del settore.
E’ questa in sintesi la fotografia di un comparto agroalimentare che soffre la concorrenza internazionale, ma è soprattutto penalizzato dalla forbice sempre più ampia fra prezzi all’origine e prezzi al consumo, con rapporti di filiera che strangolano l’agricoltura e l’artigianato alimentare, mentre cresce il controllo sul valore aggiunto da parte della grande distribuzione, con cinque centrali d’acquisto, in maggioranza in mani estere, che controllano oltre il 70% della spesa alimentare.
Alcuni fondamentali obiettivi:
- difendere il reddito degli agricoltori con politiche mirate a ridurre i costi del credito, delle assicurazioni, dei trasporti, dei servizi, ad affrontare il grave problema dell’indebitamento con azioni concrete di ristrutturazione dei debiti;
- incentivare concretamente i sistemi di aggregazione e integrazione delle imprese agricole a cominciare dalle organizzazioni dei produttori e dal sistema cooperativo, intervenendo sulle filiere con politiche orientate a ridurre la distanza dal campo al piatto e ad espellere la speculazione;
- promuovere la filiera corta: mercati per la vendita diretta degli agricoltori in tutte le comunità, diffusione dei gruppi di acquisto e di offerta;
- promuovere lo sviluppo delle varie forme di multifunzionalità (ad es. turismo rurale, agricoltura sociale, gestione ambientale..), anche come frontiera decisiva per l’impegno dell’imprenditoria giovanile in agricoltura;
- contrastare la crisi della zootecnia e della pastorizia, valorizzando, anche con nuovi sistemi di etichettatura, la qualità delle carni e del latte e il ruolo di presidio del territorio;
- attuare misure concrete di difesa del settore ortofrutticolo;
- riaffermare la validità del percorso verso la qualità che ha condotto al “rinascimento” del vino ed al suo successo sul mercato interno ed estero, con interventi concreti di promozione, di valorizzazione dei vitigni autoctoni e delle denominazioni d’origine e con investimenti nel turismo enogastronomico;
- non c’è qualità alimentare senza qualità del lavoro: occorre proseguire nell’opera di contrasto del lavoro nero e sommerso in agricoltura, stroncare il caporalato, perseguire la stabilizzazione e la sicurezza;
- sostenere la ricerca applicata in agricoltura, valorizzando l’impegno del mondo universitario, degli ordini professionali;
- sostenere la piccola pesca, a rischio di sopravvivenza, assicurare una più efficace tutela delle risorse marine, anche con l’istituzione dei distretti di pesca e di zone di tutela biologica, di promuovere accordi di programma finalizzati a riqualificare la filiera ittica.

L’agricoltura e l’ambiente: un futuro sostenibile
Il cambiamento climatico fa già sentire la sua influenza sull’agricoltura italiana con una evidente riduzione della disponibilità idrica. Rischia l’abbandono una parte di territorio rurale, mentre alla permanenza dell’attività agricola sono legati i destini di alcuni dei paesaggi tradizionali e dei prodotti tipici del territorio, nonché una quota crescente del turismo di qualità.
Gli agricoltori e i consumatori devono inoltre fronteggiare il rischio di contaminazione delle coltivazioni derivante dalle sementi geneticamente modificate e contrastare il declino della biodiversità nelle specie vegetali e animali.
Alcune proposte:
- sostenere la moratoria degli OGM (non servono all’agricoltura italiana!) in ogni sede;
- contrastare l’abbandono dell’attività agricola, in particolare nelle zone svantaggiate, e promuovere la tutela del paesaggio rurale, anche con la piena applicazione del decreto legislativo 228/01;
- tutelare le risorse idriche con la realizzazione di piccoli invasi e di manutenzione delle infrastrutture, con la concessione di incentivi agli imprenditori agricoli per l’introduzione di tecnologie di irrigazione a basso consumo;
- promuovere con continuità l’agricoltura biologica, con la piena applicazione degli interventi previsti dal Piano locale di sviluppo rurale;
- sostenere la forestazione e le buone pratiche di concimazione e gestione del terreno che consentono di accrescere il contenuto di sostanza organica, nel quadro delle politiche per i serbatoi di carbonio previste in attuazione del Protocollo di Kyoto;
- utilizzare le agroenergie sostenibili quale opportunità economica per gli agricoltori finalizzata alla riduzione dei consumi di combustibili fossili, a partire dagli incentivi per i piccoli impianti a “filiera corta” prevenendo una deleteria concorrenza fra l’uso alimentare delle risorse, che resta la missione principale dell’agricoltura, e la produzione di energia.

Alimentazione: sicurezza, qualità, diritti dei consumatori
Il cambiamento delle abitudini alimentari e l’emergere di patologie collegate è un problema che coinvolge con evidenza il nostro Paese, anche sotto la spinta di aggressive campagne pubblicitarie rivolte ai soggetti più vulnerabili.
Occorre sostenere e promuovere la dieta mediterranea a cominciare dalle produzioni ortofrutticole che la caratterizzano, valorizzare le tante produzioni alimentari tipiche e tradizionali del territorio, combattere la contraffazione e garantire la sicurezza dei cibi, promuovere l’informazione ed il rispetto dei diritti dei consumatori.
Assumiamo fra le priorità del programma i seguenti obiettivi:
- promuovere con idonee risorse l’educazione alimentare nelle scuole e la qualità della refezione scolastica;
- promuovere e sostenere, in particolare per le fasce sociali disagiate, il consumo di prodotti ortofrutticoli freschi e la costituzione da parte degli enti locali di “panieri” di beni di prima necessità a prezzi concordati;
- sostenere i prodotti tipici territoriali, l’attività dei soggetti di tutela e la rete dei piccoli produttori agricoli e artigiani;
- procedere con decisione nell’azione di valorizzazione delle esperienze della ristorazione a “Km.zero”.

La concertazione e i processi decisionali
La Commissione delle Comunità Rurali è il luogo della rappresentanza e della programmazione condivisa; dovrà rappresentare sempre più il referente riconosciuto rispetto alle molteplici problematiche d’interesse per le comunità rurali, di tipo produttivo, sociale, infrastrutturali ed ambientale. Ne fanno parte gli Enti locali del territorio (Provincia, Comuni, Comunità Montana), la C.C.I.A.A., il Parco, l’Università ed i Centri di ricerca, il GAL, le Società della salute, Associazioni agricole e professionali, Sindacati dei lavoratori, Associazioni dell’artigianato e del commercio, Associazioni della cooperazione, Associazioni ambientaliste, Consumatori, Asl, Ordini e collegi professionali.

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