lunedì 15 maggio 2017

DEMOCRAZIA E PARTITI


La crisi della democrazia rappresentativa è frutto del venir meno dei Partiti organizzati, identitari e di massa. La necessità di ragionare attorno ad un modello di partecipazione più avanzato, che produca una democrazia diretta vera e matura (non "gestita" dai professionisti del marketing) e regolata in maniera trasparente è un tema urgente e non rinviabile. Non mi convincono i richiami a neo vincoli di appartenenza ed ai principi del centralismo democratico. C'è, invece, bisogno di riorganizzare la rappresentanza politica tenendo insieme due presupposti di modello e filosofico-culturali: democrazia diretta (appunto) e identità politica definita.
Oltre all'idea di uguaglianza, di sviluppo umano, di salvaguardia dei territori, dell'ambiente e del pianeta, di economia civile, di socialità, libertà e diritti, c'è infatti bisogno di ridare senso al concetto stesso di democrazia. 

Una "via nuova", insomma. Originale e creativa, che sappia aggiornare l'idea di giustizia sociale sapendola declinare con la consapevolezza del “senso del limite”, per costruire una società che riconosce i suoi confini ecologici e sociali e le possibilità del suo sviluppo culturale. Forse servono nuovi “soggetti”, forse possono evolvere gli attuali?  Non è certo questo il problema. Gli strumenti si adeguano o si creano al servizio di ideali e programmi. Ma non il contrario!

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