giovedì 17 marzo 2016

Unioni, territori, democrazia

Unioni, territori, democrazia

Anni fa, alla sua costituzione, esprimevo pubblicamente  perplessità e riserve su differenze socio-economiche territoriali e su dimensioni e caratteristiche organizzativo-funzionali dei comuni dell'Unione Valdera. Preferibile, di gran lunga, un assetto differenziato, con due o tre ambiti ottimali diversi e maggior coerenza/coesione tra le aggregazioni. Senza rinunciare a collaborazioni strutturate su servizi di area più vasta (es. società della salute, diritto allo studio, promozione territoriale) sull'intero bacino della Valdera.
L'allora mio partito fece prevalere un interesse politico astratto e le ambizioni di carriera di alcuni suoi amministratori e dirigenti a scapito dei reali interessi di territori e cittadini. Oltre ad anticipare la stupida idea delle fusioni e del "commissariamento della democrazia", che ora va per la maggiore.
Oggi, accade ciò che doveva. Le aree si riarticolano su nuove e più razionali basi. I territori e le loro amministrazioni ridefiniscono patti e convenienze (legittime).
A questo punto, spero solo si usi l'intelligenza oltre le appartenenze (ormai svilite).
È Volterra il "capoluogo" dell'Alta valle dell'Era. Non Peccioli. Si proceda spediti in tale direzione e si rafforzeranno interessi alti e non, ancora una volta, ambizioni dei singoli o compromessi di corto respiro.

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