Mettiamola così: se mangiassimo carne una volta (massimo due) a settimana né trarrebbe vantaggio la nostra salute. Allo stesso tempo, faremmo bene agli allevatori veri, onesti, che rispettano ambiente e benessere degli animali. Potremmo pagarla qualcosa in più e remunerare il lavoro serio. Potremmo comprarla da trasformatori e macellai artigiani. Farsela preparare da sapienti mani e con ricette della tradizione che valorizzino ogni taglio (e non solo petti, filetti e cosce!!). Si ridurrebbe così ogni rischio per salute umana e ambiente. Si ricostruirebbero economie di territorio. Si ridurrebbero spreco e sfruttamento.
Ricordiamoci sempre: il consumismo spinto alle estreme conseguenze fa aumentare a dismisura la richiesta concentrando in pochissime mani il potere di governare l'offerta (ed il profitto). Vale ricordare che l'aumento sconsiderato del consumo delle carni non ha favorito il sistema diffuso dell'allevamento, ma la sua totale scomparsa dalla maggior parte dei territori. Oltre ad aver creato generazioni di obesi e malati ed inquinato quanto le attività industriali pesanti.
Ci ricordiamo da dove ha avuto origine il rinascimento del vino italiano?!
La fortuna di produttori, trasformatori, commercianti sta nell'alleanza con i cittadini e nel rispetto della loro salute e del pianeta.
Non fatevi paladini di chi, fino ad oggi, vi ha spinti tra le braccia di un mercato globale che sa solo ricattarvi e distruggere salute, qualità ed ambiente.
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